La Premessa
I cambiamenti climatici sono una realtà con cui fare i conti, ma “fermare l’escalation” oggi non basta più. Occorre invertire la tendenza, contribuendo ognuno alla salvaguardia del nostro pianeta in pericolo.
Prima ne prendiamo coscienza e meglio sarà: prendersi cura del mondo che ci circonda e delle risorse naturali che ci sostengono significa prendersi cura di noi stessi.
Purtroppo fino ad oggi questo approccio culturale e filosofico non è interessato alla maggioranza degli individui, a partire dai poteri economici che hanno bisogno di successi veloci: il termometro di ogni azione a livello mondiale si racchiude nella parola “profitto”.
In questa cultura imperante, protesa all’obiettivo immediato e priva di un progetto comune, è prevedibile che di fronte all’esaurimento di alcune risorse si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, per povertà, per desolazione.
Una nuova filosofia economica e sociale non è una rivoluzione: è un diverso approccio che continua a basarsi su fondamenta quali il diritto alla libertà di impresa o di mercato, ma con la consapevolezza che ciò non può stare né al di sopra dei diritti sociali, e neppure al di sopra del rispetto dell’ambiente.
L’attività delle imprese deve essere orientata alla consapevolezza di questi nuovi scenari, e la cultura imprenditoriale e manageriale deve essere una vocazione orientata a produrre ricchezza economica e sociale e a migliorare il mondo in cui tutti viviamo.
Un nuovo modello di business
L’economia rigenerativa o circolare è la nuova frontiera dell’azione di un'impresa.
Il vecchio modello economico lineare “take-make-dispose” si basa sull’accessibilità di grandi quantità di risorse ed energia ed è sempre meno adatto alla realtà in cui ci troviamo e ci troveremo ad operare. Le iniziative a sostegno dell’efficienza, che lavorano per la riduzione delle risorse e dell’energia fossile consumata per unità di produzione, da sole possono ritardare la crisi del modello socio-economico, ma non sono sufficienti a risolvere i problemi dati dalla natura finita degli stock di materia prima.
Si pone quindi come necessaria la transizione dal modello economico lineare a quello circolare, che nella considerazione di tutte le fasi – dalla progettazione, alla produzione, al consumo, fino alla destinazione a fine vita – sappia cogliere ogni opportunità per limitare il dispendio di materia ed energia in ingresso e di minimizzare scarti e perdite, ponendo attenzione alla prevenzione delle esternalità ambientali negative e alla realizzazione di nuovo valore sociale e territoriale.
La relazione esistente tra l'attività economica umana e l’ambiente in cui è inserita: il danno a qualsiasi parte di questa relazione danneggia anche ogni altra parte.
E’ la definizione di ricchezza olistica, cioè di una ricchezza che non è solo monetaria ma anche definizione e raggiungimento di benessere e prosperità condivisi, ottenuti attraverso l'armonizzazione di molteplici tipi di ricchezza o capitale, inclusi quelli sociali, culturali, abitativi ed esperienziali. L'insieme è forte solo quando è forte anche l'anello più debole.